La Ley de derecho a la vivienda

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Il contratto a tempo determinato in Spagna: una panoramica

Il contratto a tempo determinato, noto anche come contratto temporaneo, era una forma contrattuale ampiamente utilizzata in Spagna.

Nel 2021, con l’approvazione del Decreto Legge 32/2021, è stata attuata una significativa riforma che ha interessato questo tipo di contratto, con l’obiettivo di promuovere la stabilità occupazionale e ridurre la precarietà nel lavoro.

Stiamo rilevando che, da un lato, molte aziende (specialmente nel settore edile, organizzazione eventi, ecc…) non si sono conformate alla normativa e, dall’altro, che sono aumentati i controlli da parte degli organismi di ispezione, in particolare nei confronti delle aziende che assumono attraverso le Agenzie per il Lavoro Temporaneo (ETT).

In questa nota, si riassumono i casi in cui le aziende possono ricorrere ai contratti a tempo determinato in Spagna.

I. Motivi giustificati per l’assunzione temporanea

La riforma del 2021 ha stabilito una serie di motivi giustificati per la stipula di contratti a tempo determinato. Lo scopo di questa misura è evitare l’abuso dei contratti temporanei e garantire che vengano utilizzati in modo giustificato e proporzionato. Di seguito sono elencati i motivi giustificati:

a) Sostituzione di lavoratori (maternità, malattia, ecc…)

b) Circostanze di produzione dovute dall’aumento occasionale e imprevedibile dell’attività: la durata massima è di 6 mesi (estendibile a 12 per contratto collettivo). Per ricorrere a questo tipo di contratto, ci devono essere necessità di produzione o richieste temporanee, imprevedibili e non ripetute nel tempo, in linea con l’inquadramento del vecchio contratto occasionale. Non devono rispondere alle esigenze di lavoro stagionale o intermittente, per cui è prevista la figura del lavoratore fisso intermittente.

c) Circostanze di produzione occasionali e prevedibili (un esempio possono essere le vendite natalizie) non potranno superare i 90 giorni nell’anno solare.

Il nuovo contratto a tempo determinato per circostanze di produzione è dunque limitato, in entrambe le sue versioni, alla copertura di esigenze “occasionali” di forza lavoro, non potendo quindi essere utilizzato quando tali esigenze si presentano in modo ricorrente.

II. Durata massima del contratto:

A seguito della riforma, i lavoratori che in un periodo di ventiquattro mesi, abbiano avuto un contratto per una durata superiore a diciotto mesi, con o senza soluzione di continuità, per la stessa o diversa posizione lavorativa con la stessa azienda o gruppo di aziende, attraverso due o più contratti per circostanze di produzione, direttamente o ETT, acquisiscono  lo status di lavoratori a tempo indeterminato. Inoltre, acquisisce lo status di indeterminato la persona che occupa una posizione lavorativa, con o senza soluzione di continuità, per più di diciotto mesi in un periodo di ventiquattro mesi tramite contratti per circostanze di produzione (anche mediante ETT).

III. Conversione in contratto a tempo indeterminato:

La riforma del 2021 ha introdotto altresi cambiamenti riguardo la conversione dei contratti temporanei in contratti a tempo indeterminato. Si sono stabiliti meccanismi al fine di evitare situazioni in cui i datori di lavoro utilizzino contratti temporanei come via per eludere le assunzione a tempo indeterminato. Si mira a garantire un uso adeguato e giustificato dei contratti temporanei, promuovendo la stabilità occupazionale e riducendo la precarietà nel lavoro.

Come accennato, in questi ultimi mesi stanno aumentando le ispezioni ed i meccanismi di controllo per contrastare l’abuso nelle assunzioni a tempo determinato, pertanto è necessario che le aziende si siano adeguate alla normativa.

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